Milano

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Bio della Storia

Con Milano toccammo la città che da sempre aveva rappresentato per papà la meta, il luogo ideale dove lavorare e dove vivere. Mio padre aveva raggiunto il vertice della sua carriera – Ispettore generale della Banca Commerciale Italiana – e noi avevamo il posto ideale dove lavorare. Fatta eccezione per Adelaide le due sorelle, che ormai erano già accasate, tutti stavamo in procinto o in prospettiva per iniziare a lavorare. Di fatto Milano è ancora la città della maggior parte di noi.

Inizialmente l’impatto, almeno per me, è stato negativo. Il tempo era peggiore rispetto al Sud e anche la gente non sembrava così accogliente. Poi l’efficienza dei mezzi pubblici, la pulizia della città e soprattutto la quantità e la qualità del lavoro che vi si svolgeva ovunque hanno finito con il conquistarci. Pioveva di più, ma c’era anche più verde, c’era più rigore, ma anche un maggior senso civico e rispetto delle leggi. Insomma, Milano era una grande metropoli a misura europea e situata proprio in mezzo all’Europa. Non avrà forse le bellezze artistiche che hanno altre città d’Italia, ma Milano ha dei bei palazzi e degli straordinari cortili, quasi a testimoniare il carattere del milanese, apparentemente chiuso e invece aperto e accogliente, superata la prima scorza. A Milano, alla fine mi sono trovato bene e ho iniziato la mia attività lavorativa che si sarebbe poi spostata a Napoli. Avevo iniziato alla CCEC, filiale italiana della CCMC francese, che elaborava dati contabili in forma ripartita fra le aziende e lo studio dei commercialisti e che era poi confluita nel Gruppo IPSOA, col nome ISIDATA. Con questa società mi trasferii poi a Napoli.

Posizione

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