Barletta

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Bio della Storia

Il primo trasferimento della mia famiglia fu a Barletta e per me particolarmente traumatico. Non per Barletta, per carità. Perché? Perché si tagliavano improvvisamente quei fili invisibili che ci legavano ai nonni, agli zii e ai cugini e, soprattutto, al mare, al nostro mare, con quei panorami mozzafiato, quel colore intenso, quelle montagne di falesia rosa che ovunque le incontro mi fanno sentire a casa. Mi ricordo che da quando abbiamo lasciato la Sicilia, ci pensavo spesso e valutavo ogni viaggio in basae al fatto che ci avvicinasse o allontanasse dalla Sicilia e, in definitiva, da Palermo. Ogni volta che ho potuto ci sono sempre tornato e ogni volta che questo è successo è stato come riannodare i legami con le mie radici. Può un bambino di sette anni provare tutto questo? A quanto pare si. Comunque a Barletta, dove mio padre ra diventato direttore di una filiale dipendente da Bari, ma con una sua autonomia, non ci trovammo male. Iniziammo a conoscere la Puglia, il Castello Svevo, il meraviglioso e misterioso Castel del Monte, Andria e la burrata, Trani e la sua spettacolare cattedrale sul mare, il pane di Montaltino, la cantina della famosa Disfida di Barletta, piccola scintilla luminosa in mezzo a secoli di dominazione straniera. Il capitano francese La Motte si era permesso di canzonare gli italiani destinati ad essere dominati dagli stranieri ed Ettore Fieramosca gli aveva lanciato una sfida sul campo di battaglia, riportando una schiacciante vittoria. Una rappresentazione equestre ogni anno ne commemora l’evento. A Barletta stringemmo buone amicizie, rimaste poi nel tempo.
Da lì partiva una teleferica che prendeva il sale da Margherita di Savoia e lo avrebbe trasportato poi nel mondo. Lì ciascuno avrebbe approcciato alla diversità del posto, delle tradizioni. Ad esempio, era buffo che se chiedevi un’indicazione per strada dovevi assolutamente far riferimento a quello che inidicava la mano, perchè la direzione indicata verbalmente non faceva caso alla realtà.
A Barletta è nato Marco, l’ultimo di noi figli, ed il primo a lasciarci.

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