RiCORdare non è solo un esercizio della memoria

RiCORdare non è solo un esercizio della memoria


RiCORdare non è solo un esercizio della memoria, ma un’attività che coinvolge il cuore (“cor” in latino) che è il luogo dove conserviamo le immagini, le azioni, il tono della voce, lo sguardo delle persone care o anche dei fatti e delle persone che ci turbano e che prima o poi cerchiamo di rimuovere. Questo avviene sia per le persone vicine a noi, come per quelle lontane nello spazio o nel tempo e quelle passate a miglior vita. Questa vita è fatta di materia – abbiamo bisogno di cibo, di vestiti e di tanto altro che magari non è strettamente indispensabile -e a volte siamo tentati di credere che tutto finisca qui, rispetto a quello che siamo e che vediamo. Eppure la maggior parte delle informazioni che riceviamo le accettiamo senza averle “viste” o sperimentate” e chi si fermasse solo a quello che può vedere e sperimentare si ridurrebbe ad essere un primitivo anche un po’ ridicolo. Dobbiamo fidarci e nell’ambito di ciò che crediamo per fede c’è anche il patrimonio culturale e religioso che forma la coscienza di un popolo, i valori intramontabili trasmessi di generazione in generazione. Ovviamente possiamo aderirvi o meno, siamo liberi di farlo, ma il fatto di metterli da parte criticamente solo perché appartengono alla precedente generazione ha il sapere dell’adolescenza acerba di coloro che sembra che non crescano mai.

Come si può pensare, infatti, alla propria onnipotenza rispetto a tutto quello che nel tempo uomini e donne di tutti i tempi sono venuti ad accumulare, con tutto il tesoro di conoscenza e di esperienza porta con sé, volendo rifondare tutto il sapere e l’esperienza ex novo ad ogni generazione?

Sembra di sentire risuonare il “diventerete come Dio” di biblica memoria e a quanto pare c’è ci ci casca ancora…

No, ciascuno ha le sue convinzioni, che sono sacre, dal momento che abitano della propria coscienza, che è un vero e proprio santuario, indipendentemente dal fatto che possano essere più o meno vere. La coscienza, infatti, può essere erronea, ma ciascuno è tenuto a seguirla. L’importante è essere sempre alla ricerca della verità, al di fuori della quale non è possibile vivere.

“Una vita senza ricerca non vale la pena di essere vissuta” (Seneca).

Ora mentre tutto ciò che è fisico passa e finisce, l’anima non può essere distrutta. L’anima non ha età. L’anima non muore.

Siamo in grado di ricordare – ripescare ciò che portiamo nella memoria – e siamo in grado di elaborare col pensiero quello che ricordiamo, esercitando sia la nostra intelligenza che la nostra volontà ed è proprio questa capacità di riportare a mente 

Secondo San Tommaso d’Aquino – probabilmente il più grande teologo mai esistito – il principio che fa pensare l’uomo è lo stesso che lo fa esistere e che fa esistere il suo corpo ed ha operazioni, come abbiamo visto, operazioni sue proprie. Tale capacità di esistere in sé non può cessare, quindi, con il dissolversi del corpo.

Ecco perché nel ricordare esercitiamo la nostra libertà e impieghiamo e in un certo senso “tocchiamo” quella parte di noi che è immortale, che è adesso e non morirà mai, così come l’anima delle persone care che sono fisicamente morte.

Questa non è una favoletta per consolare le anime semplici, ma una profonda realtà, che trova fondamento nelle parole del Figlio di Dio, vissuto in Galilea oltre duemila anni orsono e confermate dalla vita di molti santi e dalla Chiesa stessa, che pur con le sue pecche, continua il suo cammino ininterrottamente da allora.”

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